"Questo abbozzo è basato su alcune parti, qui liberamente riprodotte, richiamate o riassunte – de L’ordine del cuore – Etica e teoria del sentire, Garzanti, Milano, febbraio 2003. Ringraziamo l’Editore per il gentile permesso di utilizzare in questa sede parti del testo a stampa.
Il «sentire» di cui questa teoria si occupa è definito come la componente fondamentale dell’affettività e dei suoi numerosi, diversissimi fenomeni – di tutti i diversi «affetti», dalle infinite sfumature affettive della percezione sensoriale alla vicenda degli stati d’animo, dagli umori alle emozioni, dai sentimenti alle passioni. Una teoria del sentire è dunque in primo luogo una teoria degli affetti, che cerca di rispondere a due esigenze complessivamente, così mi è parso, ignorate, in questo campo, dalla letteratura filosofica più corrente: in primo luogo la distinzione e la descrizione di fenomeni così diversi come sono i diversi tipi di affetti, e in secondo luogo l’ordine di una visione d’insieme. Questa teoria si presenta come parte di una personologia o teoria di ciò che noi siamo, ancora in costruzione: e in particolare come la parte che verte sul problema dell’identità personale, pur senza esaurirlo. Essa ci avvicina forse a una miglior comprensione di quell’aspetto della nostra identità personale che è la nostra identità morale, e del fenomeno più caratteristico e forse più importante della nostra vita: quello della maturazione affettiva, delle sue condizioni, dei suoi modi e dei suoi fallimenti.
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