E' facile che ad un'uscita come quella del Corriere di oggi "Le ragazzine e il sesso: a 12 anni senza limiti" i genitori rispondano irrigidendo i loro sistemi educativi e pensando che devono stringere la cinghia e controllare maggiormente i loro figli. Ma non è questo il modo per arginare il disorientamento che regna attualmente tra gli adolescenti e i loro educatori. Viviamo in una società confusa; altrimenti dovremmo dire ipocrita, ma ipocrita è chi sa e fa al contrario, simula: quì tanti non hanno proprio idea. Ed è comprensibile: educare nell'età della complessità non è un lavoro che si improvvisa.
La soluzione la davano per esempio già nel 2002 quelli dell' Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR con un serio ed approfondito studio su L'autonomia di movimento dei bambini italiani di cui metteremo in evidenza i passaggi più importanti.
In quella sede si faceva notare che "poche decine di anni fa la mobilità di un bambino di 6-10 anni non era molto differente da quella dei suoi genitori. Oggi la mobilità dell’adulto è molto aumentata, e quella dei bambini si è ridotta notevolmente, in gran parte a causa delle automobili (Parr, 1967).
Sempre più bambini sono accompagnati a scuola da un adulto, in genere in automobile. Sempre meno bambini possono attraversare la strada da soli, recarsi da soli nei luoghi di svago, andare in bicicletta in spazi pubblici (Hillman, 1993).
Sempre più bambini sono accompagnati a scuola da un adulto, in genere in automobile. Sempre meno bambini possono attraversare la strada da soli, recarsi da soli nei luoghi di svago, andare in bicicletta in spazi pubblici (Hillman, 1993).
La diminuzione dell'autonomia di spostamento dei bambini è un fenomeno preoccupante anche perché molte ricerche hanno evidenziato che l'acquisizione di conoscenza ambientale è influenzata dall'esperienza (Hart, 1979; Spencer e Darvizeh, 1981; Cohen e Cohen, 1985; Torell, 1990).
"Armstrong (1993), che ha studiato l'influenza della diminuzione della mobilità autonomia sullo sviluppo fisico dei bambini, ha evidenziato che il 50% delle ragazze e il 30% dei ragazzi tra i 10 e i 16 anni non compiono un percorso di dieci minuti a piedi al giorno.
La percezione dei rischi condiziona l'autonomia ed è diversa nei bambini e nei genitori. I genitori, diversamente dai loro figli, considerano gli incidenti stradali come eventi probabili e gravi (Lee e Rowe, 1994). Ampofo-Boateng e Thompson (1991, 1993) sottolineano che le limitazioni di autonomia sono dovute più alle paure dei genitori che non alle reali incapacità dei bambini. La paura di aggressioni nei confronti dei bambini è amplificata dai media con un incremento nella percezione della pericolosità dell'ambiente urbano. (Blakely, 1994 e Volpi, 2001)".
Insomma la conclusione è che "i bambini vivono tutte le loro esperienze affidati ad adulti che li controllano, li guidano, li istruiscono. Perdono così ogni possibilità di gioco che richiede libertà e possibilità di rischiare e sono condannati a lunghi periodi di solitudine (Tonucci, 1995).
Possiamo quindi sostenere che una così forte riduzione di autonomia nei bambini provoca gravi danni al loro sviluppo, da un punto di vista cognitivo, fisico e sociale".
E allora? Allora continuate a leggere il Blog che forse ci arriviamo.
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